GAME
LEVEL 2 SCAPPARE DAL ROXY BAR
Arrivano
! devo andare. Raccolgo il bucato bagnato, butto tutto nello zaino e
via: il fiato corto, devo salire nella foresta prima che mi
raggiungano ...
Sono
salito tutto il giorno dal Dolpo, ho dormito a 4000 la tenda dura di
ghiaccio, appallottolato su me stesso in un freddo boia nel vecchio
sacco a pelo che ormai non scalda più, e un po' di tzampa con acqua
fredda per colazione. All'alba un aereo mi sorvola sul passo è così
basso che sicuramente mi vedono; nella neve, col pannello solare
rosso e lo zaino arancione. Forse sull'aereo c'è Sumon che torna a
casa per una vescica nel piede. Sono stato un po' brutale ma ha
capito che non poteva seguirmi, non con questi ritmi di marcia, non
con i checkpoint da evitare. Io qui non ci dovrei essere. Game over
per lui io entro nel level 2 il più difficle.
C'è
un gruppo di tende arancioni in basso. Army ? no... una spedizione,
forse, ma meglio evitare il the con gli inglesi e le guide nepalesi
che magari fanno la spia. Nel nulla dell'alpeggio c'è un arco di
pietra con una porta ... indicherà una strada no ? Si: 500 metri in
giù dritti fra le roccie che anche le capre si cagano addosso, ma
per di lì evito la spedizione e le imbarazzanti sfilze di domande. E
poi giù veloce, tutto il giorno, prima pioggia e poi, in basso, di
nuovo la primavera, i meli fioriti, i rododendri la foresta di
bamboo. Voglio arrivare stasera alla terma, corro per 9 ore. Finisco
la giornata sdraiato in una vasca di acqua bollente vicino al
torrente in fondo a una valle. Ci sono giornate impagabili in questa
vita.
Il
marito non mi piace come guarda, è grassoccio e sembra un cinese. Il
tipo standard di capetto locale dei monti di tutto il mondo. La
moglie è neutra ma neanche lei trasmette granchè di buono ma la
terma è impagabile. Sto li al caldo e sto tanto bene che decido di
fermarmi e fare un altro bagno per lavarmi bene i capelli domani.
Oltre ai vecchi e fratelli vari, tutti ubriachi, c'è Gollum, il
fratello piccolo. Coi denti rotti, mastica tabacco e sembra che sputa
sangue ogni volta che parla. Strisciante e servizievole insite a
chiamarmi Sir, se lo guardo negli occhi non ci trovo niente. Ma parla
inglese, solo lui. Inebetiti
bollono un calderone, preparano il roxy la grappa di riso. Sono tutti
ubriachi. La mattina passa così fra un bel bucato e una mezza
chiacchiera. Per abitudine dico sempre che siamo in tre e che due
sono rimasti indietro. In Tibet per sicurezza, qui perchè io da solo
non ci potrei essere, è proibito. Ma questi sono insistenti e
continuano a chiedere da dove vengo, dove ho lasciato indietro gli
amici, quando li ho lasciati. Dissimulo, cambio argomento, abbozzo
che li aspetto qui, arriveranno, non so quando. Un po' intontito dal
piacere dell'acqua calda e dal pulito del sapone e un po' rassicurato
dal fatto che non c'è campo e che non possono comunicare con nessuno
dimentico le cautele. Ma c'è qualcosa che non va... il capo scava
lentamente ma inesorabilmente con le domande e c'è una strana
tensione. Aggredisce Gollum oltre misura per una questione da niente,
e Gollum è sempre più nervoso, Non ci faccio molto caso perchè
quando fanno la grappa impazziscono, mi è già successo in Tibet di
dover scappare da situazioni assurde, follie collettive di intere
vallate: Aprile, tempo di distillati, orzo lassù riso qui è sempre
la stessa storia. Parlano, parlano, e Gollum non traduce tutto. E a
un certo punto mi accorgo che il capo ha un walkie talkie in mano.
C'è comunicazione, facendo ponte con altri villaggi chissà dove
arrivano. Non bene... Ma
sono così intriso di burro di Yak dal Dolpo che se passo le mani
nei capelli uno strato di grasso mi copre le mani e sostituisce la
crema solare. L'unica fantasia che ho è per il prossimo bagno e per
il lavaggio dei capelli, che ho rimandato da ieri. Ma,
mentre cerco il sapone arriva Gollum. È confuso, nervoso, comincia a
chiedermi se puo' chiamarmi brother invece che Sir. Poi vuole
abbracciarmi, dice che è mio amico, che mi vuole bene, le solite
stronzate nepalesi ma questo è troppo appiccicoso, che ropicazzo !
... mi gira attorno, mi innnervosisce va e viene, boffonchia delle
cose incomprensibili tipo “sorry my mistake” “my older brother”
“where did you lost your friends ?” “did you pass through Dhule
?” non capisco cosa vuole. Poi scompare per un po'. Di
colpo si ripresenta con un libro in mano: mi guarda coi suoi occhi
vuoti e rossi di sangue e col dito fa un cerchio intorno all'immagine
di un soldato, poi diluisce il gesto con borbottii incomprensibili e
balle varie. Ma il messaggio è passato.
Un
brivido mi percorre la schiena e mi viene freddo alle mani. Di fretta
raccolgo il bucato fradicio e butto tutto nello zaino: acqua sul
saccoapelo e su tutto il resto. Mi metto le scarpe bagnate, faccio
segno alla donna che vado, perchè pioverà, e lei fa la faccia di
crederci. Pago e parto di fretta. Incrociando il capo gli
faccio segno come a dire: “ha chiamato qualcuno eh ?” . Fa finta di
non capire. Bastardo. C'è agitazione e gente dall'altra parte del
ponte sospeso, tutti sono fuori, aspettano qualcosa. Arrivano.
Arrivano i militari.
Inforco
la scalinata di 10.000 gradini che va verso la montagna ma non ho il
fiato per farla. Non riesco a salire, mi tremano le gambe. Ci vuole
un po' per costringere il corpo a ricordarsi che ieri ero a 5000 e
che ce la deve fare a respirare qui a 3000. Nel rilassamento della
terma non ho guardato bene la mappa; gran confusione in testa, scappo
o mi nascondo ? Il primo impulso è di girare l'angolo quando non mi
vedono e scartare nel bosco per nascondermi, ma poi inizio a
ragionare: quelli che arrivano da Dhule non mi hanno visto e ho un
certo vantaggio, in fondo cammino veloce. Il capo mi ha estorto in
che direzione vado, quindi manderanno altri da Pelma per la srada
alta e se mi fermo potrebbero tagliarmi la strada più in alto e
stringermi fra i due gruppi. Devo stare davanti a tutti e due i
gruppi e andare in alto verso i monti. E allora corro, devo
raggungere la foresta e poi il passo, i corpo ce la mette tutta, si
adatta senza lamentarsi, resiste dimentica mali e lamenti della vita
al computer. La cosa peggiore sono i passaggi in campo aperto campo
dove potrebbero vedermi quelli che arrivano da di la del ponte.quando
non guardo in dietro mi aspetto un grido, una chiamata, non arriva.
Mi sbrigo in salita saltando da un sasso all'atro da una parte dura
del sentiero all'altro, per non laciare tracce. A Jarlung non c'è
nessuno, solo un ragazzo, ci guardiamo storti, farà la spia anche
lui ? Sanno che sono passato di qui, al prossimo villaggio non mi
deve vedere nessuno. Sbaglio strada, tornando indietro lascio delle
belle peste nella direzione sbagliata sperando che seguano quelle e
se ne vadano al diavolo. Qualche impronta mi scappa, ma in complesso
credo di fare un buon lavoro, è come in un film di indiani, come in
un videogame. Faccio
gran fatica a camminare in coppia. I miei ritmi zen con Sumon sono
andati a farsi benedire: io mi fermo a lavarmi e lui vuole andare o
lui vuole prendere la strada bassa e io la alta e così per fiorni ci
inseguiamo seguendo le tracce nella polvere. Funziona, sembra
impossibile ma qui si usa ancora guardare se la cacca del cavallo è
fresca o secca. O se l'amico è passato prima o dopo la pioggia, o se
è andato al monastero al villaggio.
A
Kayam ci sono delle tende arancioni. Sono già arrivati ? Ranger ?
pastori ? Spio dall'angolo prima del villaggio, guardando che la mia
ombra non si proietti in campo aperto. Mi appiattisco, retrocedo e
prendo per il bosco, giù per le vie della legna sotto al villaggio.
Sembra tutto tranquillo ma attraversando una mezza radura mi gelo. Il
profilo di uomo blu sul crinale mi guarda. Rimango immobile, mi ha
visto ? Allunga il braccio poi lo ripiega, poi lo allunga ancora.
Saluta ? no. Fa girare la ruota delle preghiere ? no, Fila la lana.
Allora magari è un vecchio orbo o magari mi ha visto ma non si
scompone. Non mi chiama, la voce sarebbe il casino finale, finchè
non mi chiama tutto bene. Ma se mi ha visto riferirà. Lentamente
retrocedo inginocciandomi e pian piano scompaio dietro un cespuglio.
E via così... inizia a piovere e nel fango diventa difficile non
lasciare tracce, ma i militari non arrivano e più faccio strada più
mi tranquillizzo. Se
mandano qualcuno da Dorpatan potrebbero tagliarmi la strada, ma
scommetto che è troppo, non mandano due ranger su a 4500 per fermare
un turista impazzito mi aspetteranno di la dal passo al chackpoint,
ma io di la dal passo non ci arrivero' mai perchè al passo taglio
per gli alpeggi. ho visto un sentiero su google. Confidando nella
pigrizia delle guardie, immagino i due poveretti tardo adolescenti
baffuti e puzzolenti che in aprile, col gelo fuori, se ne stavano a
letto in caserma ad ascotare dal telefonino la stessa canzone hindi
per la diecimilionesima volta e a sghignazzare di una donna che non
sanno nenanche come è fatta sputando e sctarrando. Arriva il capo e
gli dice “urgent mission” andate dormire al passo sotto la neve
e aspettate li c'è un illegale nella riserva di caccia. No...
difficile, non hanno questa dedizione. Se vengono, vengono da Pelma e
mi stanno alle costole. E così mano a mano che corro verso l'alto mi
tranquillizzo. Attraverso due villaggi non segnati sulla mappa alla
chetichella, in punta di piedi sotto la pioggia. C'è gente ma sono
in casa, i cani non mi abbaiano, aspetto una chiamata da dietro le
spalle ma non mi chiamano e così accumulo punti verso
l'invisibilità. La mappa nepalese degli anni ottanta ne sa molto di
più di google e di tutte le app offline del cazzo. Ci sono tutti i
sentieri dei pastori che sono li da millennni e che i decoder
automatici che disegnano le mappe di oggi cancelleranno per sempre
dal mondo del conosciuto. E via così per cinque ore, senza una
pausa, coi capelli pieni di burro, un po' di riso schiacciato e un
pezzo di cioccolata per merenda.
Piove
che dio la manda, il poncho del supermercato Thailandese da 1 euro e
di 25 grammi di peso fa il suo dovere dove la north face paklite
minimal design da 700 euro non basterebbe che a far vergogna a se
stessa. Ma dallo zaino gronda l'acqua del bucato.
E
finalmente la foresta. Primaria, potente. Dopo 5 ore di videogame.
Sprofondo nella pace eterna del muschio e dei pini. silenzio totale
solo il mio cuore che batte e un bamboo che si muove nella brezza.
Dopo un po' qualche uccello che si era azzittito al mio arrivo
ricomincia a chiedersi se è tutto tranquillo e se è il caso di
ricominciare a comunicare. Lo prendo come un benvenuto. E rispondo
con qualche fischietto. Silenzio di nuovo, ho preteso troppo.
Una
volta qualcuno mi ha chiesto cosa farei se ci fosse una guerra. Gli
ho risposto che non me ne frega niente della politica e mi darei alla
macchia. Ma ormai sono un po' di anni che ogni tanto mi capita di
giocare a questo gioco. Ci sono posti in cui non si puo' entrare se
non con guide o spedizioni o dove non si puo' entrare affatto. E io
le voglio vedere quelle zone e ci voglio andare da solo e in pace. E
così, ogni tanto mi trovo a giocare questo gioco. E, mentre aggiro
un villaggio per la via della legna, mentre cammino lungo un torrente
per evitare la strada, mentre mi lancio giù per una scarpata
saltando da un albero all'altro per evitare un checkpoint o mentre
attraverso una radura nella nebbia all'imbrunire, all'ora in cui è
finitio il lavoro dei campi e tutti sono a casa, mi chiedo cosa
doveva essere per i partigiani muoversi in quel modo, senza
possibilità di errore, e con un colpo in testa come alternativa.
Forse adesso risponderei che se ci fosse una guerra e se avessi mai
delle motivazioni politiche mi proporrei come staffetta in montagna.Monto
la tenda nella foresta, stendo il bucato nella tenda perchè pioverà
e crollo a dormire nel gelo. Ma nevica e la mattina è tutto
fradicio. Per uscire dalla riserva ho almeno una giornata a 4000 non
posso partire tutto bagnato. E' una delle poche volte nella vita in
cui mi dico “no, questo è troppo rischioso, se gela o fa burrasca
come ieri muoio”. La foresta è bella ma cadono blocchi di neve
dagli alberi e la minestra leofilizzata francese high tec / pro
xtreme, comprata a Chamonix per un prezzo assurdo è una schifezza
immonda e, alla faccia della cucina francese, vale meno della
minestra knorr. Mi gonfio come una zampogna, rutti scorregge e mal di
pancia, sono ko. Mi trascino con la tenda e tutta la roba fradicia in
una radura dove i pastori non mi possono vedere, attacco il pannello
solare butto i vestiti su un cespuglio al sole e mi sdraio nell'erba
la testa sullo zaino.Imboscato a guardare le nuvole e dormire al
sole per un giorno di fila era una cosa che non avevo mai provato. Il
tempo ... il tempo di fare certe cose ... I pastori non passano e non
mi vedono... solo un cane mi vede, si spaventa, abbozza due abbaii
terrorizzati e poi pensa bene di lasciar perdere perchè in fondo non
sono affari suoi e chi glielo fa fare. Verso le 4 col vento che porta
via il fumo accendo un fuocherello, bollisco dei nooddles cinesi,
misti a tzampa e miglio comprato nel Dolpo e un po di riso
schiacciato, meglio della merda francese (putaine !). E' il mio utimo
pasto serio.
Parto
presto giro largo attorno alle baracche dei pastori, non mi vedono.
Risalgo a 4000 e via ! Un traverso fra gli alpeggi in quota,
fantastico. Una delle più belle viste al mondo di cui godo solo io e
pochi altri mi porta oltre dorpatan, oltre la sede centrale dei
ranger. All'imbrunire, aggiro l'ultimo villaggio camminando lungo il
fiume e lungo le radure, dovrebbe esserci il checkpoint, ma tutto
sembra vuoto, fantasma. Rientro verso la strada. Ressicurato e
coglione sbuco da un cespuglio e metto il piede sulla strada. Un uomo
verde militare mi si para davanti 30 metri più in basso nella semi
oscurità. Beccato ! Coglione !! Facciofinta i non vederlo e continuo
a camminare. Game over, mi preparo a un alt, a un viaggio a kathmndu
al fermo alla multa. Attraversiamo tutto il villaggio io davanti lui
dietro in silenzio l'alt non arriva. Una donna mi guarda abbozzo un
namaste da cui è chiaro che non mi fermero' a parlare e tiro dritto
con lui alle spalle. Si avvicina lentamente. Dice qualcosa che non
capisco. Grugnisco qulcosa in risposta. “were are ytou from ?”
“italy” svolta nel cortile di casa e se ne va. Phew !!! tiro
dritto nel buio, con la luna fino a esaurimento generale, apro la
mappa, sono fuori, il villaggio è fuori dalla riserva, non era un
militare o se lo era io non ero più cazzi suoi.
Il
giorno dopo scendo in valle fra i rododendri i campi col grano,
stanco, bagnato, felice.
Un
autobus mi porta via dalle montgne e da quella purezza che sta li da
millenni, in equilibrio con se stessa, con l'uomo con gli animali.
Una strada appena tagliata nella roccia mi scaraventa in nell'epoca
della scavatrice, quell'epoca in cui chi abitava in montagna si trova
di colpo immmerso in una nuvola di polvere. Visi corrucciati si
coprono con veli sporchi al passaggio dell'autobus, una bambina
bagnata tira l'acqua addosso alla sua amica. La polvere la ricopre di
sorpresa lasciandola pietrificata come fosse di cemento con lo schifo
stampato in volto. Vecchi scatarrano e bestemmiano malattie mai
conosciute prima, orti ricoperti di polvere, case piene di polvere,
il grano steso a seccare nella polvere. Il dalbat che scricchiola sui
denti e sa di polvere: arriva lo sviluppo. Ma così è. I giovani
vogliono la moto.
E
poi sempre più giù la strada si asfalta il cemento inonda.
Baraccopoli di fondovalle orrende, il mondo dei primi camionisti,
delle puttane, dei biliardo sotto la lamiera, del fango sporco di
olio dei motori, il rumore del martello pneumatico. L'inquinamento.
Ma così è e la strada si polpola di moto, ragazzotti coi capelli
tinti con figa in tiro a bordo. E la sera, un tassista con lo slade
al dito, come fosse un pilota di rally, mi porta a Pokhara, che di
notte mi si svela metropoli ormai infinita, mai notata finora neanche
dall'alto, dal parapendio. Incredibile cosa è diventata in pochi
anni. Ma l'uomo vuole questo, vuole la metropoli, la moto, il
cemento, il cancro.
Sono
invecchiato: quando ho iniziato a camminare ho pensato che era
l'ultima volta. Ma, poi, ogni volta che ricomincio a camminare il
corpo rinasce. E si ricomincia a vivere. Wow ! che trip !!! devo
toranre su.
E.
Si, mi hanno denunciato. Magari in cambio gli avranno sequestrato il
roxi, peggio per loro oppure avranno avuto qualche favore in cambio.
Rido fra i baffi delle mie compagne di yoga estasiate da questo
N.E.P.A.L. “Never Ending Peace And Love” rido dell'hippye tedesco
scalzo che qui trova tutto Namastè e spiritualità che al suo paese
non trova. Sono tutte balle. I Nepalesi sono furbi, interessati, e
ricchi di sfumature. Quella gentilezza e spiritualità è una
semplificazione di noi occidentali che diamo peso di verità a quello
che ci raccontano. Dietro il velo c'è un altro mondo, duro e
scaltro.
Il
mio facebook ? Ashish-babal mi dice il fratello del monaco che mi
ospita prima del passo per uscire dal Dolpo. Ahh .... mi pareva ....
C'èra qualcosa che non mi tornava in tutte le menate sulla sua
cultura locale video di monaci e pretese di appartenenza e di
spiritualità che mi stava sbolognando da ore, e non capivo da dove
venivano i soldi per la casa nuova che stava costruendo se lui nei
campi non lavora. “Ah” gli dico “allora è questo quello che
fai: ashis ?” Mi risponde con un'occhiata. Poi ci pensa un
millesimo di secondo e mi dice, “mi sono sbagliato, il nome
facebook è Ashish-babol” ...
Non
c'è nessun Ashish-babol su facebook. Scomparso, dileguato nelle
nebbie del Dolpo insieme alle sue balle sulla cultura locale, insieme
al suo campo di charas, ai suoi traffici mafiosi, insieme alla vicina
di casa che vende le figlie a tutto il villaggio, insieme a quello
che ha spaccato i denti di gollum. Dileguato, dileguato nell'inferno.
Ogni volta
che sfioro quel velo intavedo l'abisso dall'altra parte. Vertigini e
mal di testa, ma anche fascino. E' così fin dalla prima volta che
sono arrivato qui.